Maleducato, irriverente, volgare, stupido, offensivo è il titolo con cui Libero è uscito venerdì 11 gennaio 2019: «comandano i terroni».
Un ottimo titolo secondo me.
La prima pagina del quotidiano nazionale Libero di cui ti parlo, e che puoi vedere nell’immagine, ha scatenato ovviamente un putiferio. Indignazione, clamore, condanna da parte di tutti.
Ma proprio tutti.
Giornali. Televisioni. Opinionisti. Politici. Che dimostrano così di essere o ipocriti o, ma non credo proprio, pivelli della comunicazione.
Ti spiego il perché.
Partiamo dalle premesse.
Libero è un quotidiano giovane, nasce nel 2000, e ha una vita piuttosto vivace.
Il suo fondatore, che da un paio di anni è tornato ad esserne anche diretto, è il caustico Vittorio Feltri. Ma sono molti i nomi noti del giornalismo (e della televisione) che hanno legato le proprie firme a questo giornale: Alessandro Sallusti ne è stato a lungo direttore, così come Maurizio Belpietro, mentre Oscar Giannino ne ha guidato per alcuni anni la sezione economica. Anche Gianluigi Paragone, oggi Senatore 5 stelle, ha avuto per un breve periodo il ruolo di direttore della testata.
Dal sito di Wikipedia si legge che Libero si colloca nell’area politica del centro-destra. Più nello specifico, dall’interno Oscar Giannino dichiara:
Molti dei nostri lettori comprano Libero perché ci trovano una voce fuori dal coro e dai partiti, ma a favore di una visione nettamente liberale e liberista, antitassaiola e antisprechi pubblici, diffidente di ogni eccesso partitico […], oltre che diffidente degli eccessi della magistratura, quando poi la giustizia e la sicurezza per i cittadini qualunque non sono garantiti.
Oscar Giannino (2007)
Più di tutto Libero sì è caratterizzato per i titoli e le prime pagine. Irriverenti, forti, di carattere populista; «spesso espressione di sentimenti anti-grillini, anti-sinistra e anti-immigrati», come si legge di nuovo su Wikipedia.
Ed esattamente su questi titoli ha costruito la propria immagine.
Che poi sia un’immagine che a te, o a me, piaccia è del tutto irrilevante.
Libero dimostra di conoscere bene la comunicazione strategica applicata alla comunicazione di massa.
Ripeto, che a te piaccia o no.
Qui non si parla di gusti personali, posizioni politiche o filosofia. Qui si parla di pragmatica.
Nella comunicazione strategica ci sono 3 elementi fondamentali:
- un CONTESTO, uno spazio fisico/temporale/sociale all’interno del quale ci troviamo,
- il TARGET, ovvero un gruppo di persone a cui ci si vuol rivolgere,
- un OBIETTIVO, ovvero un risultato che si intende raggiungere.
Mi spiego meglio.
All’interno di un contesto conosciuto e/o percepito (una situazione) c’è un target, un gruppo specifico di persone (cioè non “tutte” le persone), che voglio raggiungere con la mia comunicazione in modo da ottenere un risultato, l’obiettivo.
Bene.
Secondo te, Libero quale contesto prende in considerazione e a quale target si rivolge?
È abbastanza facile ipotizzarlo.
L’obiettivo invece qual è?
Questo è un po’ più complicato da capire per un non esperto.
In realtà gli obiettivi sono più d’uno. Almeno 3.
- Vendere qualche copia in più.
- Creare clamore. Ovvero avere pubblicità gratis, perché tutti ne parleranno.
- Rinforzare il proprio “posizionamento” sul mercato giornalistico, politico e nel mondo percepito.
Il punto 3 è quello più importante e interessante a parer mio.
Con il titolo di venerdì 11 gennaio, Libero pianta una bandiera sulla cima del monte. Imprime nella testa di centinaia di migliaia di persone che (direttamente o indirettamente, vedi punto 2) ne sono venuti a contatto un concetto:
noi di Libero siamo quelli che:
- diciamo le cose come stanno,
- siamo liberi di dirle e non abbiamo paura a dirle,
- ci rivolgiamo proprio a te che sotto sotto le pensi,
- le diciamo anche per te, che magari non hai voglia di esporti,
- odiamo un certo modo di essere e di comportarsi,
- dichiariamo da che parte stiamo,
- siamo per il Nord che produce (con tutte le declinazioni del caso),
- siamo contro i fannulloni e il reddito di cittadinanza,
- ecc. ecc.
E sono bastate 3 parole.
Dal mio punto di vista professionale sul processo di comunicazione? Ottimo titolo direi.
Filippo Mora
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Filippo Mora è un esperto di Comunicazione Strategica, ovvero di quelle dinamiche [linguistiche, psicologiche, sociologiche] che portano la comunicazione ad essere non solo uno strumento in grado di informare ma soprattutto capace di generare comportamenti e ottenere risultati. Svolge attività di consulenza e formazione in tutta Italia.
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