Un’accurata analisi svela quanto siamo davvero in pericolo in Italia [e ti insegna una potente tecnica di comunicazione].
Ti sei mai fermato a riflettere sul concetto di “realtà” e “percezione della realtà”?
Come? Pensi che sia una questione filosofica, metafisica? E che niente abbia a che fare con la comunicazione, di cui questo blog si occupa?
Mi spiace deluderti se la pensi così, perché:
Quello tra “realtà” e “percezione della realtà” è esattamente il campo della comunicazione.
Le nostre parole (ogni volta che vengono pronunciate, scritte, sussurrate) descrivono e creano una rappresentazione. Addirittura nel trasmettere un fatto, un dato, un numero inoppugnabile.
È un tema vasto, che non si può comprimere in un articolo di un blog. E per questo ti chiedo di essere clemente con me se nelle successive righe tralascerò molti aspetti, anche interessanti.
Mi concentrerò infatti su di un punto soltanto, lasciandoti tutta la libertà di approfondire e andare oltre.
Iniziamo.
Chi ha seguito anche solo un mio corso sa che ripeto sempre alcune frasi, una è questa:
La comunicazione è imperfetta, per natura.
Ogni volta che pronunciamo delle parole scegliamo – tra le infinite possibilità che il linguaggio e tutti gli aspetti della comunicazione ci offrono – quella combinazione che più ci sembra adatta. Consapevoli (almeno si spera) che stiamo comunque operando delle cancellazioni e delle distorsioni, come direbbero i patiti della neurolinguistica.
Con le parole (e tutti gli altri aspetti della comunicazione) possiamo “arricchire” ma possiamo anche “alterare”.
Come dicevo, l’argomento è vasto.
Quindi prendo spunto, come sempre, dagli eventi noti, focalizzandomi su di un tema (molto “caldo”, che so già mi esporrà alle critiche di qualche baldo analfabeta funzionale…).
Voglio analizzare con te il concetto della «sicurezza» nel nostro paese.
(un pezzo di questo tema perlomeno)
Nel farlo cercherò di aiutarti a comprendere il legame tra “realtà”, “percezione della realtà” e “comunicazione”.
Parto con una domanda:
Secondo te negli ultimi anni, diciamo 5 anni, i crimini in Italia sono aumentati o diminuiti? E più in generale, che “percezione” hai circa la sicurezza nel nostro paese?
Pensaci un attimo e dai una risposta.
Una ricerca (dati 2018 Fondazione Unipolis, Censis, Federsicurezza ripresi recentemente dal Corriere della Sera nella rubrica DataRoom di Milena Gabanelli) ha misurato la percezione della sicurezza in Italia. Di fatto ponendo a un campione di persone la stessa domanda che ti ho appena rivolto.
Ecco il risultato.
Il 78% degli italiani ritiene che la criminalità sia cresciuta rispetto a 5 anni fa.
Cosa ne pensi? Sei d’accordo o in disaccordo?
Lo studio di cui ti parlo non si è limitato a questo. Ha infatti raccolto i dati ufficiali del Ministero degli Interni, per confrontare le convinzioni con i fatti, la percezione della realtà con la realtà.
È emerso qualcosa di molto interessante.
Vediamo i numeri.
I dati ufficiali del Ministero sono:
- omicidi: anno 2008 n° 611 – anno 2017 n° 343 (- 44%)
- rapine: anno 2008 n° 45.857 – anno 2017 n° 28.612 (- 38%)
Ti voglio mostrare anche un grafico che indica l’andamento in un periodo più ampio, 30 anni.
Cosa ci dicono i dati?
I dati ci dicono che le cose stanno migliorando, anno dopo anno.
Perché i numeri non mentono.
Eppure la nostra paura cresce.
Sembra un paradosso!
La cosa interessante è che anche con questi numeri, questi dati certi, l’idea delle persone non cambia.
Se tu provassi a mostrare i numeri reali a un gruppo di persone che hanno maturato una percezione di insicurezza elevata, non cambierebbe la loro idea.
Come mai?
Nel servizio di Milena Gabanelli si mette in luce un dato molto molto interessante.
I nostri telegiornali parlano assiduamente di criminalità.
Non è un’opinione. Anche qui abbiamo un dato a supportarci.
Nei 5 principali telegiornali italiani (nell’anno 2017) l’argomento «criminalità» è comparso per il 36,4% del tempo.
È tanto? Poco? Difficile da dire.
Ma facciamo un confronto.
Negli altri due principali paesi europei più vicini a noi, Germania e Francia, quanto spazio occupano le notizie di criminalità nei telegiornali?
- TV Tedesca: 18,2%
- TV Francese: 17,2%
Una notevole differenza con l’Italia, non c’è che dire.
Appare chiaro che in Italia si dà molto spazio a queste notizie. Siamo piuttosto bombardati.
Come mai?
Questa è una bella domanda.
Gabanelli ipotizza un collegamento, una sorta di causa/effetto.
Tv e giornali riprendono sistematicamente ciò di cui la politica parla e discute.
Il politico fa una dichiarazione, la tv la riprende. Il politico affronta un tema, la tv lo approfondisce.
È una dinamica circolare, che si autoalimenta.
Ti lascio trarre le conclusioni che vuoi, non è questo l’argomento dell’articolo.
Anche se è singolare leggere un altro dato.
Torniamo alla ricerca citata prima: il 78% degli italiani ritiene che la criminalità sia cresciuta rispetto a 5 anni fa. Bene, devi sapere che quel numero sale fino al 91% fra gli elettori della Lega!
Evitiamo le supposizioni (che potremmo fare se fossimo analisti politici), osserviamo invece ciò che ci interessa qui: il ruolo della comunicazione.
La comunicazione dei fatti, attraverso i media di vasta scala, ha la forza di spostare l’attenzione e l’opinione pubblica. Difficile negarlo.
Il motivo è semplice:
La comunicazione ha il potere di incidere nella creazione di una “percezione della realtà”.
I dati sono dati, i numeri sono numeri, ma come te li mostro, come te li comunico, fa una grande differenza.
Non a caso tanti politici – di qualunque schieramento – si tramandano come una mantra l’aforisma: «ripeti una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità».
Probabilmente non sei un giornalista o un editore televisivo, ma questo argomento ti deve interessare. Come cittadino, come consumatore, come persona.
E ti deve far riflettere anche nel tuo ruolo, qualunque esso sia.
Il tuo modo di comunicare influenza la percezione delle persone che vengono a contatto con te, in piccola o grande parte. Te ne devi rendere conto.
Esattamente come ti devi rendere conto che la comunicazione delle altre persone influenza la tua percezione della realtà.
Scegli con cure le tue parole e ascolta con attenzione le parole che gli altri ti rivolgono.
E se trovi interessante l’argomento, ti invito ad approfondirlo con questo libro.
Alla prossima
Filippo Mora
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