La penna affilata batte la splendida voce. Così si potrebbe riassumere la finale di XFactor 2018 che ha visto trionfare Anastasio, il giovane rapper, su tutti e su Naomi, la virtuosa voce di questa edizione.
Filippo, ma sei anche un esperto di musica adesso?
No, sono un semplice e curioso ascoltatore della musica. Ma sono un esperto di comunicazione efficace, cioè di quello che ha fatto realmente vincere Anastasio.
Il trionfatore annunciato (ma comunque inaspettato) del talent di Sky si è imposto grazie a diverse abilità e più fattori. La leva più forte di tutte, però, su cui mi concentro perché anche noi comuni mortali possiamo utilizzarla per ottenere i nostri successi quotidiani, è una. Ed è vecchia di qualche secolo, anzi qualche millennio.
Tutti i commenti su Anastasio, dai giudici Manuel Agnelli, Lodo Guenzi e Fedez al web, si concentrano sulla capacità di scrittura del ragazzo napoletano oltre che sul suo straordinario flow, come si dice in gergo.
Ma nello specifico, cosa ha reso i testi delle canzoni di Anastasio così forti, tanto da far passare in secondo (terzo o forse quarto) piano la sua scarsissima abilità canora?
Ecco i commenti che si trovano in rete:
“Scrive benissimo”
“Fa rime eccezionali”
“La sua scrittura è come un fiume in piena”
“Adatta le cover di grandi pezzi con dei testi centrati e personali”
“Le sue parole emozionano”
“La sua scrittura è capace di arrivare al cuore delle persone e di far riflettere senza risultare banale”
Si, ok, ma quindi?
Ripeto la domanda: che cosa ha reso i testi delle canzoni di Anastasio così forti?
La risposta a questa domanda non si trova propriamente nel mondo della musica, si trova invece nel mondo della comunicazione strategica (con tutte le sovrapposizioni e le sfumature che giustamente possiamo trovare).
Riporto di seguito il pezzo cardine del suo inedito: “La fine del mondo”.
Io sogno i led e i riflettori alla Cappella Sistina
Sogno un impianto con bassi pazzeschi.
Sogno una folla che salta all’unisono
fino a spaccare i marmi, fino a crepare gli affreschi
Sogno il giudizio universale sgretolarsi e cadere in coriandoli
sopra una folla danzante di vandali.
Li vedo al rallenty, miliardi di vite
Mentre guido il meteorite e sto puntando lì.
Quindi, che cosa rende questi versi così potenti?
Facciamo un gioco, riporto anche il pezzo centrale di un altro inedito in gara, “Piume” di Leo Gassmann:
Ricorda che puoi vivere di me
E tutto viene giù
Quando ti cerco e non ci sei
E capirai
Che forse gli angeli
Son tutte rondini
Che migrano per noi
Mio sogno e dolore
Mio sogno e dolore
Mio sogno e dolore
Qual è la (enorme) differenza?
Ce ne sono diverse, per la verità. Ma una su tutte.
I testi di Anastasio sono zuppi di “linguaggio immaginifico”. Quelli di Leo no. E il confronto è impietoso.
Le canzoni di Anastasio si possono vedere! E per le leggi della comunicazione le immagini fanno a pezzi l’astrattezza nella nostra mente, vincono a mani basse.
Sarebbe troppo lungo sintetizzare in questo articolo tutti i dettagli, i tecnicismi e le implicazioni della questione. Potrei farne un discorso esclusivamente musicale per dare una spiegazione all’incredibile strapotere che oggi il rap sta mostrando nel panorama della canzone italiana. Che Salmo, un altro rapper che le parole le mette in fila alla grande, riassume così nel suo fantastico brano “Stai zitto”:
I vecchi scureggioni della pop music
Sono un po’ in difficoltà, sono confusi
In classifica per primi solo i rappusi
Quindi porgo le mie scuse, “Mi scusi”
Ma io mica me ne intendo di musica. Quindi mi limito a parlare di comunicazione efficace, rimanendo nel mio mondo.
Tutte le volte che incontro, in consulenza o in formazione, i manager di qualche azienda, i dirigenti, i venditori che per mestiere devono farsi ascoltare, soprattutto quando parlano in pubblico, li invito sempre a preferire elementi visivi ai concetti astratti.
Nel Public Speaking (di cui tengo moltissimi corsi durante l’anno incontrando centinaia di persone) se vuoi farti ascoltare, se vuoi farti capire, se vuoi convincere le persone che sono lì davanti a te… devi imparare a parlare per immagini, il più possibile!
Intendiamoci, vale la stessa cosa anche se sei l’animatore dell’oratorio, l’allenatore di pallavolo, il padre di famiglia. Se vuoi che la gente ti ascolti e faccia le cose che vuoi tu, che è poi il fondamento della comunicazione strategica, devi imparare a parlare per immagini.
Come Anastasio.
Ci sarebbero molte cose di dire, e da spiegare, per imparare al meglio questa abilità. Ma qui è un breve articolo, non si può condensare tutto in un post su facebook ragazzi… mica è un libro.
Ah, giusto. Se vuoi saperne di più di questi argomenti, della comunicazione efficace e strategica, per ottenere i risultati che meriti, c’è un bel libro che ti consiglio. Il mio.
Si intitola “il congiuntivo non ti salverà”.
Lo trovi su Amazon (scontato ancora per pochi giorni)
Filippo Mora
Lascia un commento