Aristotele, il grande maestro dell’arte oratoria, duemila anni fa definiva la retorica come «la facoltà di scoprire il possibile mezzo di persuasione riguardo a ciascun soggetto».
Questa schietta definizione è passata indenne nei secoli e mi è tornata in mente oggi in tutta la sua verità, mentre sfogliavo un po’ di web.
Ti spiego.
Ieri sera è andato in onda un servizio a Le Iene di Italia 1 che è una plateale dichiarazione di guerra a Selvaggia Lucarelli, giornalista de Il Fatto Quotidiano e personaggio piuttosto noto su tv e web.
Guerra che si preannuncia davvero senza esclusione di colpi, e che ieri sera ha già toccato il fondo.
Se non sai di cosa sto parlando ti aggiorno in un istante.
Selvaggia Lucarelli da tempo si interessa (e scrive) de Le Iene. Ha infatti pubblicato diversi articoli, piuttosto feroci, circa alcune inchieste della trasmissione di Mediaset, mettendo in discussione “il metodo” degli inviati, l’etica e la veridicità delle notizie.
Per citare i temi più recenti, spiccano i servizi di accusa di molestie rivolte al regista Fausto Brizzi e la questione strage di Erba.
È però importante non dimenticare anche un’inchiesta più vecchia, del 2017, in cui la Lucarelli aveva dimostrato come un servizio di Matteo Viviani (che raccontava un fenomeno chiamato Blue Whale) fosse un falso, almeno parziale.
Inutile dire che questi articoli hanno minato la credibilità della trasmissione, che – bisogna essere onesti – già non riscuoteva il successo di un tempo. Basta fare un giro sulla pagina Facebook proprio de Le Iene per rendersene conto.
Ieri sera la controffensiva è partita, discutibilmente nascosta come in un cavallo di Troia, all’interno di un servizio– proprio di Matteo Viviani – su di un tema assai delicato intitolato Blackout Challenge.
Non sto qui a raccontartelo, se vuoi vederlo lo trovi qui.
In quel servizio, e nelle parole dei conduttori al ritorno in studio, Le Iene accusano direttamente la Lucarelli di essere una brutta persona. Meschina, ipocrita, orrenda.
E sinceramente, a guardare il servizio lo si pensa: la Lucarelli è una brutta persona!
Ma poi, puntualmente, arriva la contro-controffensiva.
Questa mattina Selvaggia Lucarelli posta sulla propria pagina Facebook un lungo articolo (vallo a leggere, da un punto di vista comunicativo è molto interessante) in cui si difende, si discolpa e accusa Le Iene di essere delle brutte persone. Meschine, ipocrite, orrende.
E sinceramente a leggere il post lo si pensa: Le Iene sono delle brutte persone!
Se segui il mio blog sai che non entro nel giudizio degli argomenti ma solo degli aspetti comunicativi. Perché non sono giudice, santone né opinionista da salotto tv. Sono solo un umile professionista della comunicazione, esperto in comunicazione strategica.
E la guerra tra la Lucarelli e Le Iene è davvero una situazione perfetta per mostrarti le dinamiche e il potere della comunicazione strategica. Si potrebbe usare come vero e proprio caso studio.
Perché?
Perché il pubblico esposto a entrambe le narrazioni (cioè il servizio di ieri de Le Iene e il post di stamattina della Lucarelli) se poco informato dei fatti e non eccessivamente di parte, è probabile che le trovi verosimili. Entrambe.
Cioè, mi spiego meglio.
Metti una persona media (che non sia fan di nessuna delle due parti in causa) di fronte al servizio delle Iene e penserà che Selvaggia Lucarelli sia in torto.
Ma metti la stessa identica persona di fronte al post della Lucarelli e penserà che siano Le Iene ad essere in torto.
Il motivo?
Non è uno, ma sono 3 i motivi:
- entrambe le narrazioni, de Le Iene e Lucarelli, sono ben costruite (direi “correttamente” costruite) e ben argomentate;
- non si conoscono i fatti, cioè non sappiamo cosa sia realmente successo;
- la persuasione ha a che fare con la verosimiglianza più che con la verità.
Anche se potrei parlarti a lungo del primo punto e spiegarti nel dettaglio perché ho scritto che entrambe le narrazioni siano “correttamente costruite”, il più interessante è il terzo punto.
La retorica è l’arte della persuasione, ovvero la capacità di generare approvazione di una tesi da parte di uno specifico pubblico.
Come ti scrivevo all’inizio, Aristotele la definiva come «la facoltà di scoprire il possibile mezzo di persuasione riguardo a ciascun soggetto».
Sempre Aristotele, brillantemente, la distingueva dalla filosofia, che si occupa delle verità dimostrabili, perché la retorica si occupa del verosimile e del probabile e cerca di influenzare l’opinione.
Chi ha ragione tra Le Iene e Selvaggia Lucarelli?
Non lo sapremo mai.
Ma ci faremo un’opinione.
Sui fatti?
No, sulla narrazione dei fatti.
E a quella crederemo.
Perché se argomenti bene non hai mai torto.
Ti invito a riflettere su questo concetto, e osservare la realtà intorno a te con questo pensiero.
Filippo Mora
P.S. La persuasione, come la retorica, non è né buona né cattiva. È inutile che pensi il contrario. Si tratta solo di uno strumento, e come tale può essere usato positivamente e in maniera etica oppure in maniera malvagia.
Nella querelle tra Lucarelli e Le Iene entrambe le parti stanno cercando di “influenzare l’opinione del pubblico”.
Quello della comunicazione persuasiva è un tema importante, che invece di essere stigmatizzato andrebbe conosciuto e capito. Ne va della nostra vita. Per questo nel mio libro ho dedicato quasi cento pagine per parlarne.
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