Questa mattina leggendo le notizie, devo ammetterlo, mi sono fatto proprio due risate.
Ho infatti saputo di un “incidente” all’atterraggio di un volo Ryanair partito da Pisa e diretto a Bari.
Accidenti, un incidente, e tu ridi Filippo?!
Aspetta, non trarre conclusioni affrettate.
Nessuno si è fatto male, non si è trattato di un vero e proprio incidente aereo.
Ti spiego.
Un passeggero del volo, una volta che l’aereo è atterrato sulla pista di Bari, si è accorto di non essere arrivato a Cagliari!
Esatto. Hai capito bene.
Si è imbarcato sul volo per Bari, convinto di aver invece preso il volo per Cagliari.
Evidentemente non si è accorto di nulla, prima del volo e per tutto il volo, nemmeno all’annuncio in fase di partenza del comandante. Ed è caduto dalle nuvole (è proprio il caso di dirlo) in terra pugliese.
Dicevo di essermi fatto due risate perché un altro passeggero ha ripreso la scena del viaggiatore sardo che dava in escandescenza, in sardo. Un video surreale.
Il moderno Cristoforo Colombo della Gallura è andato su tutte le furie! E ha cominciato a inveire contro il personale di bordo.
Gli assistenti di volo, un po’ smarriti, hanno fatto notare che forse si è trattato di un suo errore, poiché deve certamente aver sbagliato ad imbarcarsi all’aeroporto.
Ma lui, da parte sua, sbraitava che l’avevano fatto passare e quindi fosse colpa loro.
Mi dispiace per la sua disavventura, per la carità, ma è stata una scena comica.
Che tra l’altro mi ha fatto pensare.
Mi ha fatto pensare al 3° assioma della comunicazione di Paul Watzlawick e la Scuola di Palo Alto:
«La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti».
Tu mi dirai: ma che c’entra?
C’entra, c’entra…
La “punteggiatura” è qualcosa che tu – se vuoi diventare più efficace nella tua comunicazione – devi imparare ad osservare.
Facciamo un passo indietro.
Quando si parla di comunicazione non si può non parlare di processi mentali. Non è un caso che Paul Watzlawick fosse uno psicologo e che la scuola di Palo Alto fosse una scuola di psicoterapia.
La pragmatica, la comunicazione strategica, prende origine proprio dalla comprensione delle dinamiche della mente.
La comunicazione si instaura tra persone che elaborano pensieri, attraverso propri processi mentali (che sono pieni zeppi di regole, come di bug e paradossi, che devi conoscere).
I ruoli (e quindi lo stile comunicativo, i contenuti, la forma…) delle persone intente a comunicare tra loro sono definiti dall’attitudine ad accettare un certo sistema di “punteggiatura”, oppure un altro.
Per spiegare questo concetto, Watzlawick usava l’esempio della cavia da laboratorio che dice: “Ho addestrato bene il mio sperimentatore. Ogni volta che io premo la leva lui mi dà da mangiare”.
L’animaletto non accetta la punteggiatura dello sperimentatore, secondo la quale è lo sperimentatore stesso che ha addestrato la cavia e non il contrario.
Senza addentrarci in tecnicismi, il concetto si può sintetizzare/semplificare in questo modo:
ognuno tende a credere che l’unica versione possibile dei fatti sia la propria, e su questa comunica (nei contenuti e nella forma, nei modi).
Watzlawick ci fa elegantemente notare che ognuno interpreta lo scambio comunicativo (e prima ancora la realtà) in modo da vedere il proprio comportamento come conseguenza del comportamento dell’altra parte. E mai come causa del comportamento altrui.
La punteggiatura di una sequenza di eventi, infatti, non è che una delle possibili interpretazioni degli eventi stessi.
Il passeggero non accetta di aver fatto una cazzata, lui.
Incolpa altri: le hostess, il comandante, il personale di terra, i sistemi di controllo, i poteri forti, gli alieni… sono loro i colpevoli (della sua cazzata). E a partire da questo comunica.
Ricordati molto bene questo passaggio: il tuo modo di comunicare è influenzato dai tuoi processi di pensiero, dalla tua lettura della realtà, dalle tue convinzioni. E stai attento, perché non sono sempre perfetti e assoluti.
Come il passeggero del volo Pisa/Bargliari, anche tu puoi fare qualche errore. Ma devi fare meglio di lui! Ne va dei tuoi risultati (oltre che della tua reputazione!).
Se vuoi portare la tua comunicazione a livelli eccezionali devi necessariamente passare da un lavoro di consapevolezza. Dei tuoi processi di pensiero e di quelli dei tuoi interlocutori.
Vuoi sapere come si fa?
Alla prossima
Filippo Mora
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