La comunicazione strategica permette di ottenere risultati concreti. Attraverso la parola, anche se apparentemente la parola è intangibile, permette cioè di realizzare qualcosa di estremamente tangibile.
In fondo non è un caso se il padre della comunicazione strategica, J. L. Austin, abbia intitolato il suo più celebre testo: “How to do things with words” ovvero “come fare cose con le parole”.
Con le parole, e con tutti gli altri elementi della comunicazione, possiamo far accadere le cose. Se sappiamo come fare, aggiungo io.
Mi rendo conto che queste definizioni possano sembrare filosofiche, teoriche, concettuali… Ed è per questo che oggi ho deciso di mostrarti un caso reale di utilizzo della comunicazione strategica.
**Ti avviso che parlerò di un argomento caldo e spinoso sul quale certamente hai già una posizione**
Parlerò di Matteo Salvini, leader della Lega, politico (al momento) di grandissimo consenso popolare.
Più nello specifico, ti spiegherò come il consenso (suo personale e della Lega) sia il risultato di un progetto ben realizzato di comunicazione strategica.
Sei un fan di Salvini? Odi Salvini?
In entrambi i casi non mi interessa.
Ti chiedo però di mettere da parte il “tifo” e leggere questo articolo in maniera oggettiva.
Iniziamo.
Matteo Salvini è un campione di comunicazione.
Bene, l’ho detto.
Magari ti sta sulle balle, lui e il suo modo di comunicare, di postare il pane e Nutella che mangia a colazione, ma questo non cambia i fatti. È un top player.
Come nel calcio, però, se il top player non è supportato da una grande squadra difficilmente riesce a vincere le partite o il Pallone d’Oro.
Matteo Salvini ha una squadra di grande livello al suo fianco, che vede in Luca Morisi il regista.
Se non sei un addetto ai lavori probabilmente questo nome non ti dirà nulla, ma ti basta fare una rapida ricerca in rete per saperne di più.
Morisi è lo spin doctor di Salvini (anche se lo nega). Sembra addirittura sia attribuibile a lui l’invenzione del titolo di “Capitano” con cui ormai il leader della Lega è associato.
Esperto di web, Morisi è a capo dello staff di comunicazione di Salvini. Potremmo dire che è il più alto dirigente del “Ministero della Propaganda”, ovviamente se esistesse.
Ma soprattutto Morisi è il creatore della sofisticata macchina macina-informazioni soprannominata “La Bestia”.
Anche per questo argomento, ti basta fare un giro in rete per saperne di più.
Ma entriamo nel dettaglio.
Con l’avvento dei social la vita di tutti è cambiata, ed è quindi cambiato il modo di fare politica.
I più sprovveduti pensano che sia cambiato il modo di “parlare” alla gente. Mi fanno quasi tenerezza…
Per la carità, hanno ragione: si comunica in modo diverso. Ma il cambiamento davvero epocale è nel modo di “ascoltare” la gente.
Una regola vecchia come il mondo consiglia al politico (per guadagnare consenso) di dire al popolo ciò che il popolo vuole sentire.
Già, ma cosa vuole il popolo?
Sembra facile rispondere a questa domanda. Ma facile non è. Chiedete al PD per esempio…
Salvini invece sembra sapere esattamente cosa il popolo vuole sentire. Il suo popolo, per essere precisi.
Sarà che le sue idee rispecchiano i sentimenti delle persone? È probabile, certo.
Sarà che ha un ottimo fiuto? Indubbiamente.
Ma c’è qualcosa d’altro che spiega la sua straordinaria ascesa e il suo successo di popolarità?
Alex Orlowski, un guru del digital, crede di sì: dietro a Salvini c’è “La Bestia”.
Ti riporto uno stralcio di un’intervista a Orlowski di Rolling Stones (che ti invito a leggere integralmente):
«La Lega ha lavorato molto bene durante l’ultima campagna elettorale. Ha creato un sistema che controlla le reti social di Salvini e analizza quali sono i post e i tweet che ottengono i migliori risultati, e che tipo di persone hanno interagito. In questo modo possono modificare la loro strategia attraverso la propaganda. Un esempio: pubblicano un post su Facebook in cui si parla di immigrazione, e il maggior numero di commenti è “i migranti ci tolgono il lavoro”? Il successivo post rafforzerà questa paura. I dirigenti leghisti hanno chiamato questo software La Bestia.»
Anche se Luca Morini smentisce, sembra proprio che dietro ogni post, ogni parola, ogni diretta Facebook di Salvini ci siano i risultati di un algoritmo, un software capace di “ascoltare il web”, analizzare migliaia e migliaia di dati online così da tracciare in maniera scientifica il sentiment del momento.
In base all’umore del web, specchio del popolo elettore, si appronta la strategia. Si crea la comunicazione. Si scelgono le parole. Si decidono le immagini. Si preparano i meme. Si stabilisce la grafica.
Secondo numerose ricerche, un modo per generare fiducia nell’altro e per aumentare la tua credibilità è dimostrare di capire la persona che hai di fronte.
Se poi riesci addirittura a far germogliare in lei l’idea che capisci la persona che hai di fronte perché siete simili: hai fatto bingo!
Qual è la caratteristica che più distingue Salvini dagli altri leader politici? Chiedilo alle persone nelle piazze, chiedilo al web… ti risponderanno: È UNO DI NOI!
Parla come uno del popolo, pensa come uno del popolo, agisce come uno del popolo. È uno di noi!
Prova ad analizzare ogni suo post, ogni sua intervista televisiva, ogni suo tweet con questa angolatura e poi fammi sapere.
Ascolta questo suo discorso capolavoro.
Che sia genuino o frutto di un calcolo non lo sapremo mai. Ma certamente funziona. E alla grande.
Perché “la comunicazione strategica permette di ottenere risultati concreti. Se sai come farlo“.
Potrei dilungarmi molto su questo argomento, ci sono infinite interessanti cose da dire, ma lo spazio di questo articolo è finito. Magari in un prossimo continuerò l’analisi.
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Filippo Mora
Filippo Mora è un esperto di Comunicazione Strategica, ovvero di quelle dinamiche [linguistiche, psicologiche, sociologiche] che portano la comunicazione ad essere non solo uno strumento in grado di informare ma soprattutto capace di generare comportamenti e ottenere risultati. Svolge attività di consulenza e formazione in tutta Italia.
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