Nel 2018 ho tenuto circa mille ore d’aula, ora più ora meno, incontrando un migliaio di persone, persona più persona meno. È il mio lavoro. Ed è un lavoro faticoso ma molto affascinante.
Passare giornate intere insieme alle persone, in un’aula di formazione, è una delle esperienze più formative che possano esistere. Sembra retorico, lo so, ma in ognuna di quelle ore ho imparato qualcosa: sulle aziende, sul mondo del lavoro, sulla comunicazione e i temi di cui mi occupo, e soprattutto sul genere umano.
Hai idea di quante cose si possono notare di una persona se la osservi e la ascolti, come io sono chiamato a fare nel mio lavoro, con un alto livello di attenzione? Magari per una giornata intera, o più giornate?
Ti assicuro, tantissime.
Ieri ho concluso i corsi del 2018 e questa mattina, mentre ero impegnato nelle noiose incombenze d’ufficio, pensavo a quello che è accaduto in quelle mille ore. Potrei raccontarti un’infinità di aneddoti. Ma ce n’è uno che in particolare mi ha colpito.
In un corso rivolto ai dipendenti di un’azienda italiana di medie dimensioni, ho avuto tra i partecipanti anche l’amministratore delegato. Credimi, non è così comune. Di solito i vertici delle aziende, tra impegni vari e status, non partecipano alle aule con i propri dipendenti.
L’aspetto che però mi ha colpito non è nel fatto che abbia partecipato. Ma come abbia partecipato.
Quel signore è arrivato puntuale, si è seduto, ha tirato fuori un blocco e una penna e si è messo ad ascoltarmi con attenzione. Prendeva appunti, ogni tanto interveniva. Il suo telefono non ha mai squillato, e lui non è mai uscito dall’aula. Mi ha posto alcune domande, ha risposto alle mie sollecitazioni e ha fatto gli esercizi che io ho proposto.
Mi ha molto colpito, lo devo ammettere.
A volte, soprattutto nella formazione aziendale, alcuni partecipano in una maniera che io definisco “ostile”. Potrei descrivertela nei dettagli del loro comportamento, ma te la riassumo nell’atteggiamento: invece di ascoltare le parole e le idee che vengono proposte, per vedere se c’è qualcosa di buono, qualcosa che magari possono imparare, a priori le respingono.
Ripeto: a priori.
Raramente in maniera palese, molto più frequentemente in maniera silenziosa, camuffata. Con comportamenti che, ad un occhio allenato, vanno dal curioso al ridicolo.
E sai che cosa ho constatato in più di dieci anni di esperienza, che posso affermare con certezza assoluta?
Le persone che si comportano così non sono mai le più intelligenti, le più preparate della stanza. Mai.
Perché Socrate ha sempre ragione:
La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere.
Socrate
Atene 469 a.C. / 399 a.C.
E se anche tu, come me, sai di non sapere: sappi che i libri ci possono venire in aiuto.
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Filippo Mora
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