Ecco una lezione pratica di “comunicazione strategica”. Perché con le tue parole puoi far accadere le cose che vuoi. Se sai come farlo.
L’ultimo articolo del mio blog, dove analizzavo un aspetto della comunicazione del Ministro 5 stelle Danilo Toninelli, ha suscitato diverse reazioni.
Se te lo sei perso, puoi leggerlo qui.
In sintesi, mettevo in luce una debolezza comunicativa di Toninelli, che sta alla base delle sue tante gaffe.
Ho ricevuto messaggi privati e commenti pubblici dopo averlo pubblicato. Alcuni erano di apprezzamento e altri (come è purtroppo normale nell’epoca dei social) di insulto.
Non sono stupito, non sono dispiaciuto, non sono offeso. Sono i social, baby.
Ci sarebbero moltissime cose da dire circa il fenomeno dei commenti sul web… ma non è il mio campo. Servirebbe un sociologo (a volte uno psichiatra).
Nel mio piccolo, mi limito a dire che per valutare un commento (o per decidere se scriverne io a mia volta in giro per la rete) mi baso sempre su 3 domande:
- chi commenta ha effettivamente capito cosa ha letto?
- chi commenta ha la capacità di uscire dai propri paradigmi, dalle proprie convinzioni?
- chi commenta ha una preparazione adeguata sull’argomento per parlarne?
Stabilito questo, facciamo un passo avanti.
Visto che ho preso qualche insulto, mi sono immediatamente deciso a scrivere un sequel circa la gaffe di Toninelli con l’auto elettrica e il suo recente acquisto di un SUV diesel. Mi sembra giusto.
Sempre parlando di comunicazione, s’intende.
Come sai, mi occupo di comunicazione strategica. E sono solito ripetere una frase: con le tue parole puoi far accadere le cose che vuoi, se sai come farlo.
Ho deciso di mostrarti come questo sia davvero possibile. E lo farò partendo da una situazione disperata, cioè proprio quella di Danilo Toninelli nell’intervista di cui ho scritto nello scorso articolo.
Ti dimostro che davvero con le tue parole puoi far accadere le cose. Se lo sai fare.
Andiamo.
Tieni bene a mente 3 punti:
- La comunicazione strategica è un gioco di percezioni.
- I fatti e la realtà non sono qualcosa di assoluto.
- La comunicazione può cambiare la percezione dei fatti e della realtà.
Entriamo nella situazione specifica:
- Il fatto: Danilo Toninelli promuove l’auto elettrica ma ha recentemente acquistato un’auto diesel.
- La percezione creata dalla sua stessa comunicazione: Toninelli è incongruente, inaffidabile, e anche un po’ stupido.
Ok, Filippo, ma Toninelli ha davvero acquistato un’auto diesel recentemente (nonostante promuova in maniera plateale l’auto elettrica), come si fa a cambiare questo fatto?
Non è il fatto che andremo a cambiare, ma la percezione di quel fatto. Che è la cosa che conta di più, figliolo.
Osserva la scena com’è andata:
Toninelli decanta l’auto elettrica, con un’enfasi sopra le righe, e racconta di come si è impegnato in qualità di ministro per incentivarla. Poi riceve la domanda su quale vettura guidino in famiglia, e va in difficoltà. Cerca di glissare parlando della sua vecchia auto a gas con la bombola nuova nuova, ma poi deve ammettere: abbiamo appena comprato una Jeep… motorizzazione diesel.
E la giornalista? Sgranando gli occhi: Ma Ministro?! Finiamo su tutti i giornali!
Toninelli capisce la cazzata che ha fatto, va nel panico, farfuglia qualcosa e peggiora la situazione.
Poi, il giorno dopo, su Facebook si difende (quando ormai è tardi), giustificando il suo acquisto: le auto elettriche sono costose, l’Italia non è ancora attrezzata, etc etc.
Adesso osserva la scena come sarebbe dovuta andare (se io fossi il consulente della comunicazione di Toninelli).
Toninelli inizia l’intervista, che verte appunto sullo sviluppo delle auto elettriche nel nostro paese. Ma invece di partire tronfio, decantando tutto ciò che lui, il superministro, ha fatto per l’elettrico, esordisce in modo diverso.
Comincia a descrivere come in Italia – quando lui si è insediato al ministero – fosse impossibile acquistare un’auto elettrica. Solo i ricchi potevano permettersela. Una famiglia normale no.
Le ragioni erano economiche: le auto elettriche costano ancora care.
E logistiche: l’Italia non è ancora attrezzata per ricaricare le batterie delle auto elettriche.
Poi – senza attendere la domanda – che tanto sarebbe inevitabilmente arrivata (e se non se l’aspettava, il problema, mi spiace, non è la comunicazione), fa un esempio raccontando la sua storia personale.
Dicendo esattamente queste parole:
Dottoressa, proprio riguardo la difficoltà di acquistare un’auto elettrica, devo confidarle una cosa. Devo fare un’ammissione.
Io e mia moglie avremmo voluto acquistare un modello elettrico. L’anno scorso dovevamo cambiare automobile e ci siamo informati.
Purtroppo, e lo dico davvero a malincuore, abbiamo dovuto rinunciare.
Non potevamo permetterci quell’acquisto.
Lei lo sa, noi 5 stelle stiamo rinunciando alla metà del nostro stipendio, e quindi il mio tenore di vita è rimasto simile a quello di prima. Simile a tante persone che fanno un lavoro normale in Italia. L’auto elettrica costava ancora troppo e non c’era nessun incentivo dello Stato.
Inoltre ci siamo anche scontrati con un ulteriore enorme problema.
Fuori dalle grandi città non esistono colonnine di ricarica per l’auto elettrica. E noi, spostandoci molto e in tutta Italia, avremmo rischiato di rimanere a piedi un giorno sì e l’altro quasi.
Abbiamo dovuto rinunciare. Purtroppo. E così avranno fatto molte altre persone.
Ma proprio a partire da queste difficoltà oggettive – che ho vissuto in prima persona – ho basato il mio lavoro al ministero su questo tema.
E infatti cosa abbiamo realizzato in questi mesi di governo?
– 1 – abbiamo inserito incentivi economici per l’acquisto di auto elettriche: oggi se vuoi comprarne una lo Stato ti dà dei soldi, ti aiuta;
– 2 – abbiamo messo incentivi economici per l’acquisto di sistemi di ricarica casalinghi, così che tu puoi ricaricare l’auto a casa, e con il fotovoltaico lo fai persino gratis;
– 3 – stiamo impostando un piano per diffondere su tutto il territorio nazionale le colonnine di ricarica. Che oggi mancano completamente.
Vede dottoressa, io ho un sogno, anzi un obiettivo come ministro: che entro la fine del mio mandato tutta Italia sia dotata di colonnine per la ricarica di auto elettriche, da Nord a Sud, dalla grande città al più piccolo paesino di provincia. E che per ogni famiglia sia possibile acquistare un’auto elettrica.
Ed è quello che stiamo realizzando come Governo.
Bene. Ora ti faccio una domanda, e devi essere onesto.
Il fatto è il medesimo, Toninelli promuove l’elettrico ma compra un diesel, ma nelle due versioni che ti ho mostrato la percezione è la stessa?
No, la percezione è diversa.
L’articolo della scorsa settimana analizzava (come questo) la comunicazione di Toninelli, non il suo operato. Comunicazione che il ministro dovrebbe migliorare, secondo il mio parere professionale, se vuole limitare la caduta del proprio gradimento pubblico.
Non è un caso infatti che Toninelli sia il ministro con la perdita di consensi maggiore di tutto il governo. Ha perso ben 18 punti, passando dal 46 al 28 per cento di giudizi positivi. Vedi indagine IPSOS del 17 marzo.
La stessa cosa – cioè migliorare la tua comunicazione – dovresti farla anche tu, qualunque sia il ruolo che giochi in questa vita, per ottenere i risultati che ti meriti. Non è difficile, e puoi partire da qui.
Alla prossima.
Filippo Mora
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