Nei giorni scorsi è venuto a mancare Fernando Aiuti. Non è un nome particolarmente noto al grande pubblico, ma per un gruppo di persone in Italia è un vero eroe.
Il professor Fernando Aiuti è stato un medico immunologo di fama mondiale ed è conosciuto come l’uomo che, con un bacio, sfidò l’ignoranza.
Era il 1° dicembre 1991, si stava svolgendo un dibattito tra Fernando Aiuti e il professor Luc Montagnier, un virologo francese.
Oggetto della discussione?
La trasmissibilità del virus dell’AIDS, la malattia che recentemente era comparsa, prima negli USA e poi in tutto il mondo, e di cui si sapeva ancora troppo poco.
Secondo Montagnier la modalità di contagio dell’AIDS riguardava anche tutte quelle attività in cui vi fosse scambio di saliva tra un individuo infetto e uno sano.
Fernando Aiuti era invece di opinione opposta, e combatteva proprio per abbattere questo tipo di preconcetti.
Immagina la situazione.
Due illustri medici si confrontavano su un tema spinoso, a suon di opinioni. Probabilmente non vi erano ancora evidenze scientifiche tali da garantire una posizione unanime.
L’obiettivo di entrambi era di convincere le persone della loro idea.
Come fare?
In un recente articolo ti ho già descritto una delle leggi immutabili della comunicazione. Che da sola batte un milione di parole. Quel giorno del 1991 proprio quella fu usata magistralmente per combattere gli stereotipi che ghettizzavano, ancor di più, i malati di AIDS in tutto il mondo.
Durante la diretta televisiva Fernando Aiuti si alzò, si avvicinò a una ragazza, Rosaria Iardino, malata di AIDS e la baciò sulla bocca. La Iardino ricambiò quel bacio. E quell’immagine fece il giro del mondo.
Inutile dire che il dibattito si era concluso.
Rosaria Iardino, che di Aiuti era una paziente, racconta (in un’intervista a Repubblica): «Parlammo tanto prima di fare quello scatto. Ci siamo divertiti a fare quella fotografia. Decidemmo di farla perché sapevamo che le nostre parole non sarebbero bastate».
Quel bacio divenne l’immagine simbolo della lotta allo stigma contro le persone sieropositive.
Prova a pensare, quante parole sarebbero state necessarie per raggiungere un risultato simile?
Infinite.
Una delle leggi immutabili della comunicazione afferma che una prova è più forte di un’opinione, anche se ben espressa.
Come sono solito fare in questo blog, ti mostro un singolo pezzo alla volta. Perché la comunicazione strategica è un meccanismo molto complesso e per farlo funzionare al meglio sono molteplici gli ingranaggi da far muovere insieme. Ma osservarli (e allenarli) uno per volta è l’unico modo per diventare davvero efficaci.
Quindi ti faccio una domanda:
Quando argomenti qualcosa, quando vuoi convincere qualcuno della tua idea: mostri le prove?
Se non lo farai sappi che dovrai faticare di più per ottenere di meno.
Anche questo articolo giunge al termine. Nel prossimo… non so ancora quale pezzo della comunicazione strategica analizzeremo.
Ma se sei una persona ambiziosa puoi accelerare il processo di apprendimento sul tema. Nel libro “Il congiuntivo non ti salverà” è spiegato tutto ciò che c’è da sapere.
Lo trovi su Amazon.
Filippo Mora
P.S. Ti interessano gli argomenti di questo blog? Allora segui 3 semplici mosse:
- Iscriviti alla newsletter gratuita
- Metti mi piace alla pagina Facebook
- Condividi l’articolo
Filippo Mora è un esperto di Comunicazione Strategica, ovvero di quelle dinamiche [linguistiche, psicologiche, sociologiche] che portano la comunicazione ad essere non solo uno strumento in grado di informare ma soprattutto capace di generare comportamenti e ottenere risultati. Svolge attività di consulenza e formazione in tutta Italia.
Lascia un commento