In questi oziosi giorni natalizi sto facendo scorpacciate di serie tv. E ho concluso “House of Cards”.
Se come me sei un fanatico di serie televisive sai di cosa sto parlando, se invece non lo sei (disapprovo… ma) ti faccio un corso accelerato.
“House of Cards – Gli intrighi del potere” è la celebre produzione americana che mette in scena le vicende di cinici e spietati personaggi disposti a tutto pur di arrivare (e rimanere) alla Casa Bianca. Vantava come protagonista Kevin Spacey, balzato purtroppo agli onori della cronaca per la vicenda del “Me Too” e per questo letteralmente defenestrato dal cast.
In ogni puntata ho trovato moltissimi spunti interessanti circa il tema della comunicazione efficace e strategica oltre che della negoziazione (quasi da farci un corso dedicato). Ma in uno degli ultimi episodi, sono rimasto colpito da uno in particolare. Per più motivi.
La diabolica presidente USA Claire Underwood (interpretata da Robin Wright) si trova in evidente difficoltà e per argomentare una sua pericolosa idea usa un arguto stratagemma.
Di fronte a un gruppo di alti responsabili della sicurezza americana che esitano rispetto alla sua proposta d’azione, Claire Underwood tira in ballo la parola “misoginia” (che tutti sappiamo essere il termine per indicare il sentimento di odio e disprezzo delle donne). Ma non lo fa in maniera diretta.
Al contrario, usa un elegante ed intelligente espediente narrativo.
Per farti un regalo, post natalizio, ti ho trascritto l’intero spezzone.
Eccolo:
Ieri sera non riuscivo a dormire. Per ovvie ragioni di sicurezza nazionale. E per qualche ragione, ho iniziato a pensare alla parola “misoginia”. E cercavo la parola che avesse il significato opposto.
Conoscete il termine che indica una persona che odia gli uomini?
Qualcuno seduto a questo tavolo sa quale sia? La parola che indica chi odia gli uomini? Nessuno?
Per trovarla ho impiegato del tempo: “misandria”.
Nessuno conosce questa parola perché non viene usata nella nostra cultura.
Ciò che voglio dire è che forse tutti, indipendentemente dal nostro sesso, faremmo meglio a valutare bene le nozioni preconcette che abbiamo su chi possa o invece non possa agire come comandante in capo.
Mica male!
Queste poche righe sono un concentrato di tecniche comunicative davvero notevoli. Due su tutte che non finirò mai di promuovere: il racconto e la domanda ben formulati.
Queste due tecniche – se correttamente utilizzate – sono in grado di aiutarti in qualsiasi negoziazione e ogni volta che vuoi convincere qualcuno. Anche fuori dai set televisivi, nella tua vita reale.
Ma in questo articolo non ti voglio parlare di queste tecniche. Ti voglio fare una domanda.
Prima di leggerlo qui, sapevi quale fosse il termine che indica una persona che odia gli uomini?
Se hai studiato il greco ci potevi arrivare, certo. Ma prima di oggi conoscevi il termine “misandria”?
Devo ammetterlo, io no. Non lo avevo mai sentito prima.
Come mai?
Come mai né io né (probabilmente) tu abbiamo mai sentito questo termine?
Si dice, e io ne sono convinto, che esista una relazione tra linguaggio, cultura di un popolo e percezione delle cose.
E quindi, perché questa parola non viene usata nella nostra società?
Forse tutti noi, non solo i personaggi di quella scena di House of Cards, «faremmo meglio a valutare bene le nozioni preconcette che abbiamo» nella nostra vita.
Una scorciatoia che possiamo utilizzare per farlo, per stanare i nostri preconcetti più nascosti, è sicuramente l’ascolto delle nostre parole.
Potremo approfondire a lungo l’argomento, ma in questo articolo mi limito a chiederti una riflessione. Anzi un esercizio pratico.
Nei prossimi giorni ascolta le parole che usi, le frasi che dici. Perché dentro a quelle parole troverai svelato molto di te.
E la consapevolezza è la base della forza (comunicativa).
Filippo Mora
P.S. In questo articolo ti ho solo accennato delle potenti tecniche di comunicazione rappresentate da storie e domande. Se però ti interessa l’argomento e vuoi saperne di più le trovi spiegate alla perfezione nel libro “Il congiuntivo non ti salverà. Guida pratica di comunicazione efficace”
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