Hai mai sentito parlare del Fyre Festival?
Nemmeno io, fino a qualche settimana fa. Una sera ho visto su Netflix un documentario che ne parlava e mi si è aperto un mondo.
Accidenti – potresti pensare – ne hanno fatto addirittura un documentario: deve essere stato un festival straordinario!
Ti dico solo questo, il titolo del documentario è: FYRE: The Greatest Party That Never Happened. FYRE: La più grande festa mai avvenuta.
Se mi segui, sai che sono solito ripetere sempre una frase: con le tue parole puoi far accadere le cose che vuoi, se sai come farlo. Bene, il caso di cui ti parlo oggi te lo dimostra davvero.
Raccontandoti questo incredibile avvenimento, posso mostrarti tutta la potenza della comunicazione. E posso condividere con te un pensiero a cui tengo molto.
La comunicazione strategica è uno strumento incredibile se maneggiato con abilità, ma l’uso che se ne può fare dipende da te.
Mi spiego.
Attraverso una buona comunicazione strategica, è possibile compiere azioni lodevoli o meschine. È possibile aiutare le persone o fregarle.
Fai attenzione, questo non è colpa della comunicazione.
La comunicazione è solo lo strumento. La responsabilità dell’uso dello strumento è completamente in mano alla persona che lo utilizza.
È come per un coltello, che non è né buono né cattivo. Se la persona lo impugna per tagliare una fetta di pane e spalmarci la marmellata, allora ne fa un uso corretto. Se invece lo brandisce per intimidire la cassiera di un supermercato e farsi consegnare l’incasso della giornata è certamente un uso cattivo.
Ma il coltello di per sé non ha responsabilità.
La stessa cosa vale per la comunicazione, che può essere usata positivamente o negativamente.
Il Fyre Festival è un esempio colossale di un uso sapiente della comunicazione strategica applicato, purtroppo, senza etica e con fini disonesti.
Veniamo ai fatti.
Un giovane imprenditore, Billy McFarland, e il rapper Ja Rule, già soci in affari, stanno sorvolando l’arcipelago delle Bahamas. Alla vista di quello scenario meraviglioso, ai due viene l’idea di organizzare un grande festival musicale in mezzo all’oceano.
Stavano infatti cercando un modo per promuovere la loro app musicale e quella del festival sembra proprio una trovata perfetta. Nella loro testa prende nitidamente forma un’immagine: avrebbero creato il festival più figo della storia!
Si mettono subito al lavoro.
Dovrà essere un evento lussuosissimo, su di un’isola paradisiaca, con artisti famosi, che attirerà l’attenzione del mondo intero.
Grazie ai contatti dei due, si incominciano a raccogliere i primi sponsor e viene creata un’enorme campagna mediatica.
Billy contatta gli influencer più in voga, assolda modelle strepitose e con loro parte per le più belle spiagge dei Caraibi insieme a fotografi e videomaker.
Ne escono delle immagini fantastiche. Sembra di essere in paradiso, nel posto più bello del mondo con le persone più belle del mondo.
…E potrai esserci anche tu!
Questo il succo della campagna. Che ha un successo eccezionale.
I biglietti (che per intenderci sono venduti a prezzi da 5 mila a 250 mila dollari e prevedono viaggi su aerei privati, soggiorni in ville prestigiose, cene firmate da chef stellati) vanno letteralmente a ruba.
Nel giro di pochissimo, il Fyre Festival passa da essere solo un’idea a diventare il più grande evento mondano e musicale della storia.
Sulla carta.
Perché se la campagna di comunicazione presenta un evento straordinario, con tanto di date, programma e dettagli scritti nero su bianco, nella realtà l’evento non c’è ancora. E chi l’ha pensato, non ne ha mai organizzato uno prima.
Come è facile intuire, l’organizzazione presenta subito tutti i suoi limiti. Ti dico solo che all’appello manca addirittura l’isola. Devono fare tutto da zero: affittare un’isola (?), costruire tutte le infrastrutture per le migliaia di persone che affluiranno, trovare le ville, organizzare la ristorazione…
Ti assicuro che da questa mia breve descrizione non puoi immaginare il bagno di merda in cui si sono infilati quei ragazzi. Ma loro non mollano, anche di fronte all’evidenza, in un mix di follia, onnipotenza e disonestà.
Ovviamente, date queste premesse, il festival si trasformerà in un incubo. Soprattutto per i partecipanti che invece di volare in paradiso piomberanno all’inferno. E poi per gli organizzatori che saranno condannati a risarcimenti milionari e al carcere per truffa.
Capisci ora perché ne hanno fatto addirittura un documentario?
Billy McFarland, l’ideatore del festival, è stato (bisogna dirlo) un genio di comunicazione. Ma è stato incapace di creare il prodotto che promuoveva.
Il giusto equilibrio di comunicazione e competenze (insieme all’atteggiamento) è un tema fondamentale, di cui ho già parlato in altri articolo, che ti invito a recuperare qui e qui se li avessi persi.
Billy è stato un genio nella comunicazione perché ha capito esattamente cosa dire al suo pubblico, a quello che tecnicamente si chiama “target della comunicazione”. Conosceva talmente bene la testa delle persone a cui si rivolgeva che è stato capace di convincerle a sborsare migliaia di euro e prendere un aereo per un posto che non c’era.
Ecco la lezione di questo articolo: ti invito a fare come Billy.
Quando devi comunicare con qualcuno è necessario comprendere perfettamente quello che c’è nella sua testa. Solo così potrai rivolgerti a lui usando la comunicazione più adeguata.
Perché è così che con le tue parole puoi far accadere le cose.
Se comunichi come piace a te o come ti viene al momento, ti assicuro che non otterrai grandi risultati.
Ti invito, però, a non fare completamente come Billy. Dietro alle tue parole ci dev’essere sostanza, altrimenti non sarai mai un buon comunicatore: sarai un truffatore.
Vuoi saperne di più di comunicazione strategica? Leggi questo libro.
Alla prossima.
Filippo Mora
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